Attività Regioni Fidae

Concorso sull’Eucaristia tra le Scuole Cattoliche della Liguria

Si è conclusa con il temine dell’anno scolastico la prima fase del concorso FIDAE-USMI sul tema dell’Eucaristia come dono di Gesù, incontro personale con Lui, missione ai fratelli.

È una piccola, ma significativa proposta per prepararci e sensibilizzarci al prossimo Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà a Genova dal 15 al 18 settembre.

Al momento sono pervenuti circa un centinaio di disegni delle elementari ed oltre venti testi di riflessione degli alunni delle Superiori. Ci auguriamo che la seconda fase del concorso che prevede gli studenti impegnati sul campo nei giorni del Congresso con foto, video, disegni, relazioni, testi in prosa o poesia possa avere una partecipazione più vasta.

Il 30 settembre scadranno i termini di presentazione dei lavori, vi sarà una giuria di valutazione e si procederà a premiare i migliori lavori in un incontro che desideriamo pubblico e partecipato.

I disegni presentati fino ad ora, prevalentemente di alunni di IV e V elementare, sono stimolanti anche per gli adulti ed interpretano l’Eucaristia attraverso ai simboli: Gesù Eucaristia è il sole che illumina e fa fiorire la terra in una nuova primavera, è il sole che dà energia per essere buoni samaritani e far sì che gli uomini di tutte le razze si sentano fratelli, è il sole che diventa cuore del nostro cuore, fiamma viva che arde dentro di noi, è luce e vita che vince la morte.

Gesù è spiga ed uva, pane e calice di vino, sacrificio e banchetto, mensa, altare e croce. Davvero i piccoli, con i loro disegni ci dicono che la vita con Gesù, accolto nell’Eucaristia, si riempie di luce e di colori, perché non siamo soli e Lui cammina con noi, crea fraternità e famiglia, comunione con Papa Francesco e con la Chiesa.

Gli alunni delle Superiori, al momento attuale solo quelli del biennio dei Licei Emiliani, hanno presentato una ventina di testi riflessivi, raccontando la propria esperienza di vita, le iniziative di carità nell’anno giubilare della misericordia. In molti casi traspare la gioia di essere nati, cresciuti, avviati all’incontro con Gesù nell’Eucaristia in una famiglia cristiana e in una comunità parrocchiale.

Un professore di italiano di seconda scientifico ha accolto in modo originale la proposta e senza interrompere il programma che prevedeva la lettura de I Promessi Sposi ha invitato gli alunni ad immedesimarsi nella vita dell’Innominato ed a scrivere a suo nome, alle soglie della morte, una lettera ai posteri, raccontando la sua conversione ed il suo incontro con Cristo, nel ”convito di grazia”, anticipato dal Card. Federico. Propongo alla lettura ed alla riflessione il lavoro di un alunno, per chiarire come iniziative del genere possono essere di stimolo anche al lavoro scolastico.

Lettera dell’Innominato ai posteri

Cari Amici,

sono giunto alla fine del mio viaggio terreno e presto mi unirò al Signore Misericordioso. Tante sono state le mie colpe e tanti sono stati i crimini terribili che ho compiuto in questa vita scellerata, ma la provvidenza ha voluto mettere sul mio cammino Lucia. Quel primo incontro con lei, nel mio Castellaccio, in quella stanza buia e fredda dove io l’avevo rinchiusa, mi ha cambiato la vita.

Lucia non ha avuto paura di me, non sapeva che ero una persona pericolosa e che avrei anche potuto ucciderla, perché aveva la fede e sapeva che il Signore non l’avrebbe abbandonata.

Mi ricordo ancora le parole che mi ha detto quella notte, “il Signore perdona tante colpe per un’opera di misericordia”.

Di colpe io ne avevo veramente tante: omicidi, rapimenti, sfide, duelli, rapine e di ogni crimine io ero orgoglioso e sapevo che il governo spagnolo non mi avrebbe mai imprigionato perché ero ricco e potente.

La mia vita era vuota e in fondo in fondo non ero felice; non avevo una famiglia, una moglie e dei figli, non avevo dei veri amici, non potevo contare su nessuno e mi mancavano tutte queste cose.

Lucia è stata la prima persona che mi ha aperto il cuore perché l’ho vista innocente e impaurita, ma sempre piena di fede. Quella notte che ho passato è stata terribile! Non riuscivo a dormire, mi agitavo nel letto e tremavo al pensiero delle mie scelleratezze!

Il secondo incontro importante è stato quello con il cardinale Borromeo. Un grande santo che è molto più grande e importante di me, ma che mi ha abbracciato come un amico la prima volta che mi ha visto. Se non fosse stato per Federigo non ce l’avrei mai fatta. E’ stato difficile far capire alla gente che io ero veramente cambiato, perché tutti erano terrorizzati solo a sentire il mio nome e non volevano credere che mi ero convertito.

Che risate quando quel pauroso di Don Abbondio mi ha seguito fino al mio castello per liberare Lucia. Don Abbondio pensava che io facessi finta di essere convertito per combinarne un’altra delle mie. Povero curato! Avrebbe dovuto avere una fede più sicura, ma era stato minacciato da quell’incompetente di Don Rodrigo ed era terrorizzato.

Che differenza tra Don Abbondio e Federigo! Per fortuna Federigo ha capito le mie vere intenzioni e ha deciso di aiutarmi a far del bene.

La sera dopo aver liberato Lucia mi sono inginocchiato accanto al mio letto e, per la prima volta dopo tanti anni, ho pregato con il cuore. Che sollievo!

E che gioia quando il giorno dopo ho ascoltato la Santa Messa celebrata dal cardinale e ho ricevuto l’Eucarestia dalle sue mani! Ho capito in quel momento che il Signore aveva dei grandi progetti per me e che con il Suo aiuto avrei potuto fare del bene.

Il mio castello e il villaggio dove abito sono diventati più allegri e la mia gente vive bene ed è felice. Ho usato il mio potere e le mie ricchezze per aiutare i tanti poveri e disperati che Federigo mi mandava e, ogni volta che facevo un’opera buona, ero più felice e mi sembrava di avere sempre tanti amici, mentre prima non avevo nessuno. Ho cercato di seguire l’esempio di Federigo, ringraziandolo per non avermi condannato a causa del mio passato, ma per avermi aiutato a diventare migliore.

 Così anche io non giudico le persone ma le abbraccio quando chiedono il mio ausilio e perché a volte è importante anche ricevere un gesto affettuoso.

La mia vita sta per finire e spero che il Signore sia misericordioso e che mi perdoni per il mio passato.

L’Innominato
Milano, 19 maggio 1648

L’USMI e la FIDAE si augurano che entro la fine di settembre gli alunni delle Scuole, vivendo l’evento del Congresso Eucaristico Nazionale facciano pervenire le loro riflessioni, i disegni, le foto, i loro video, raccontando come Gesù si dona a noi, come Lo accogliamo e a nostra volta Lo doniamo ai fratelli.

Giuseppe Oddone
Presidente FIDAE Liguria

NB: Eventuali disegni, foto, video, testi riflessivi e poetici vanno inviati entro il 30 settembre 2016 a Presidenza FIDAE – Via Provana, 15 – 16167 GENOVA-NERVI