L’arte di educare
Editoriale di Virginia Kaladich
Presidente Fidae
Ultimo editoriale di quest’anno scolastico. Tempo di bilanci, verifiche, valutazioni, prospettive… Propongo solo una riflessione: se al centro del nostro agire educativo ci sono essenzialmente e principalmente le/i bambine/i, le/i ragazze/i, nella scuola chi ha un ruolo importante e determinante sono i docenti che ogni giorno entrano in relazione con loro.
La FIDAE ha ritenuto opportuno creare per loro delle occasioni di confronto, in modo particolare su come Appassionare, oggi, ai saperi. Il tema è se possiamo continuare a fare le grandi corse per lo svolgimento dei programmi non alzando mai gli occhi dal libro e dal registro. Evidentemente, no!
La relazione è fondamentale. In-segnante= colui che lascia i segni, colui che porta i segni. Albert Einstein affermava che «L’insegnamento deve essere tale da far percepire ciò che viene offerto come un dono prezioso, e non come un dovere imposto».
Tanto tempo si impiega a fare domande per capire quanto l’alunno non sa ma l’arte di educare deve puntare a far comunicare quanto già si sa e partire da questo per aprire spazi ad altre scoperte e conoscenze!
Papa Francesco, nel 2014, parlando al mondo della scuola si esprimeva così: «Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. La scuola è un luogo di incontro. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello».
A che punto siamo? In questo momento mi vengono in mente i volti di tanti insegnanti che prima del libro e del registro cercano lo sguardo, la vita, gli interessi dei loro studenti. E a loro diciamo grazie! Buona estate a tutti!
Duc in altum!
Pronti per la vita
Editoriale di Gianni Epifani
Direttore Responsabile
A poche settimane dall’inizio degli esami di Stato, voglio rivolgere un pensiero ai tanti studenti impegnati nella cosiddetta maturità (il termine è pregnante!).
L’ordinanza ministeriale di quest’anno è stata accompagnata da tante polemiche sulle prove d’esame, sul ritorno degli scritti e, in particolare, della seconda prova disciplinare. Gli studenti, nel corso degli ultimi mesi, hanno lamentato la difficoltà di tornare ai compiti scritti dopo tre anni scolastici segnati dalla DaD. Il dibattito
ha visto, come sempre, alcuni adulti prendere posizione in favore degli studenti e sostenere con forza che vada ascoltato quello che hanno da dire; altri contestarne le reazioni, non tanto nel merito quanto nelle modalità. Altri ancora hanno dissentito proprio sul merito: basta con le facilitazioni, è ora di tornare alla normalità!
Personalmente credo che un po’ di ragione stia ovunque. I ragazzi esprimono il loro punto di vista (e meno male che ne sono capaci!) che, per ovvie ragioni, manca del valore aggiunto che dà l’esperienza. Gli adulti invece sanno che la vita è piena di prove e che è dalla scuola che ci si prepara ad affrontarle. «L’esperienza è il solo insegnante in cui possiamo confidare», scriveva Leonardo da Vinci. Perciò, senza solidarizzare con alcuno, ai maturandi voglio dire di ascoltare chi nel percorso dell’esistenza è più avanti e sa come bisogna allenarsi per affrontare il cammino con il bagaglio giusto.
Non disperatevi e non arrabbiatevi, cari ragazzi! Affrontate queste prove con grinta e determinazione, come vanno affrontate tutte le prove della vita, anche quelle più dure o che si percepiscono come ingiuste, e mettetecela tutta per dimostrare, tra le altre cose, che siete davvero maturi per uscire dalle mura scolastiche. E per gli scettici, leggete l’interessante intervista a Marco Clementi sul Gaokao. buon esame a tutti!