Docete numero 32 – novembre – dicembre 2022

9 Novembre 2022

Nuovo governo: auguri e auspici

Editoriale di Virginia Kaladich
Presidente Fidae

Il 23 ottobre 2022 si è insediato un nuovo governo, il primo guidato da una donna: Giorgia Meloni. abbiamo particolarmente apprezzato, nelle dichiarazioni programmatiche, il riferimento alla libertà come principio basilare per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Libertà che per noi paritarie cattoliche è anche quella di scelta educativa, un principio sancito da una legge che l’Italia si è data nel 2000 ma che non è mai stata pienamente applicata. Crediamo, come ha giustamente sottolineato l’on. Maurizio Lupi nel suo intervento, che sia una discriminazione verso gli studenti e le famiglie delle nostre scuole, alla quale bisogna porre fine.
Auguriamo buon lavoro al governo tutto e, naturalmente, al neo-ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, nel quale confidiamo per la risoluzione di alcuni nodi rimasti in sospeso da troppi anni, come la sicurezza dei finanziamenti e l’abilitazione dei docenti, e al quale, da subito, come paritarie cattoliche, offriamo la nostra collaborazione in un momento particolare in cui la scuola ha bisogno di trovare nuovi modelli e superare definitivamente il post pandemia.
Su questo fronte, come FIDAE siamo già impegnati; Riimmaginiamo insieme il volto della Futurità educativa è il tema centrale dei lavori che si svolgono a Roma dal 23 al 25 novembre 2022 nel corso degli Eventi FIDAE 2022 per animare e stimolare il dibattito intorno al “ruolo della comunità civile (nello specifico territorio del mezzogiorno) ed ecclesiale per un nuovo patto sociale sull’educazione”, tema che l’UNESCO propone con il Nuovo Rapporto sull’educazione.
Duc in altum!


Capaci e meritevoli

Editoriale di Gianni Epifani
Direttore Responsabile

Rivolgo anche io gli auguri di buon lavoro al nuovo ministro, Giuseppe Valditara, che prende il comando di una nave in mare grosso, con un equipaggio speciale, perché vitale per il futuro del Paese; una nave che bisogna riuscire a portare in salvo in un porto sicuro, da cui permetterle di riprendere il largo e veleggiare verso lidi floridi e tranquilli.
Fuori dalle metafore, la scuola italiana sta vivendo un periodo di grande difficoltà, dovuto alle conseguenze della pandemia che si sono innestate su un tessuto già carico di criticità. Molti sono i problemi e le urgenze da affrontare, non solo all’interno delle scuole statali ma anche delle paritarie che, spero, il nostro ministro non lasci indietro.
Tra le tante emergenze, due sono a mio avviso le questioni più delicate: la dispersione (compresa quella implicita di cui Roberto Ricci scrive nella sezione L’opinione), che va arginata con priorità assoluta altrimenti la scuola perde di senso, e il merito. Mi soffermo su quest’ultimo, che tanto sta facendo discutere in questi giorni, dopo essere stato aggiunto alla denominazione del Dicastero di viale Trastevere.
Auspico fortemente che la declinazione concreta del merito non vada nella direzione di favorire una sterile competizione tra studenti e sbilanciare le prestazioni individuali verso l’individualismo sfrenato, ma che invece incoraggi la formazione di un habitus solidaristico nei confronti dei più deboli, rendendo meritevoli coloro che si prodigano per la crescita e il benessere della collettività (anche scolastica) e di quelli che al suo interno sono svantaggiati, così da creare quel contesto di uguali opportunità che la Scuola non può tralasciare di garantire.


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