Virgina Kaladich, Tuttoscuola, dicembre 2022
Oggi possiamo dirlo: dopo due anni complicati, il Covid ha finalmente allentato la presa e, nonostante l’attenzione debba rimare ancora alta, possiamo tirare un sospiro di sollievo e pensare al futuro dei nostri ragazzi. Sembra davvero un miracolo, se solo pensiamo al novembre dello scorso anno con la recrudescenza del virus, le difficoltà nella gestione degli ingressi scaglionati, le quarantene, le classi divise tra lezioni in presenza e Didattica a distanza e un carico di stress fortissimo per tutti, con un focus sui docenti che spesso si sono dovuti trasformare in controllori, in burocrati attenti più al controllo dei protocolli e delle regole, sicuramente necessarie, per il contenimento del virus che alla didattica vera e propria.
Ecco perché oggi la nostra azione si concentra su un doppio binario: quello di recuperare il tempo che inevitabilmente la pandemia ci ha tolto e quello di sfruttare un nuovo modello che la pandemia invece ci ha in qualche modo “donato”. una base comune non può che essere la formazione continua che la FIDAE offre ai docenti e al personale scolastico. Proprio durante il lockdown più duro, fin dai primissimi giorni, abbiamo pensato ad un format settimanale, chiamato “I mercoledì della FIDAE”, che consiste in un webinar di approfondimento su tematiche attuali, tenuto sempre da personalità di primissimo livello. L’appuntamento è aperto a tutti, non solo al personale che lavora nelle paritarie, e dobbiamo dire che la partecipazione è sempre stata altissima tanto che anche dopo la fine delle restrizioni abbiamo deciso di confermare la proposta, implementandolo anche con altri corsi, per esempio con l’Alta Formazione che riprenderà tra pochi giorni con un corso per coordinatori didattici e un altro dedicato a chi lavora nelle segreterie didattiche e amministrative.
L’aggiornamento è fondamentale perché la scuola che abitiamo oggi non è più quella che abbiamo lasciato nel marzo del 2020, è una scuola che necessita di un impegno diverso, di maggiore creatività, di consapevolezza digitale, di apertura verso forme di insegnamento più sperimentali, legate per esempio all’ambiente esterno. E poi c’è un’altra lezione che abbiamo imparato da questi due anni di emergenza: i ragazzi hanno bisogno di instaurare una relazione vera, sincera, ecco perché la responsabilità di chi, come noi, opera nelle scuole paritarie cattoliche è in qualche modo ancora più grande, perché dietro a ogni singolo individuo sappiamo e crediamo che ci sia una persona, unica, che ha una sua storia, una sua strada. Il nostro compito è quello di dare consapevolezza e sicurezza a ogni studente, nella certezza che ognuno ha delle qualità che vanno accolte e curate, vanno alimentate e fatte crescere sapendo che è proprio sui nostri banchi che crescono i cittadini del futuro. In questo contesto è molto importante la ripresa in presenza delle mobilità all’estero sia per il personale che per gli studenti previste dal Progetto ERASMUS+: già nel mese di ottobre sono partiti i primi docenti per un viaggio a Barcellona dove si approfondiscono le competenze in ambito STEM e altri ne partiranno nelle prossime settimane.
Siamo poi molto orgogliosi di portare avanti il CreaSTEAM, un progetto sull’implementazione delle materie STEM per ridurre il divario occupazionale di genere che purtroppo ancora resiste. Sono solo alcuni dei progetti su cui stiamo puntando e che hanno tutti un comune denominatore: per superare ogni difficoltà e per costruire la scuola del futuro dobbiamo fare rete.
L’Assemblea della FIDAE , che si è tenuta a Roma dal 23 al 25 novembre, ha lanciato questo messaggio: “Riimmaginiamo il futuro. Il volto della futurità educativa”, perché vogliamo costruire la scuola del futuro, insieme a tutti gli attori, perché la scuola non è solo dei coordinatori scolastici o degli insegnanti, la scuola è dei ragazzi, è delle famiglie, la scuola è anche delle istituzioni territoriali e di quelle religiose. I tre giorni degli Eventi FIDAE 2022 sono state un’occasione per rilanciare il nuovo Patto educativo Globale che ci ha chiesto Papa Francesco, proprio partendo dalla necessità di ricucire strappi e diseguaglianze che la pandemia ha contribuito ad accrescere: la scuola cattolica, presente in questo Paese da centinaia di anni, si propone come un fedele compagno di viaggio che non ha paura di rileggere le esperienze vissute alla luce della fede, individuando le domande e provando a dare le prime risposte di senso.
L’Assemblea ha anche lanciato un messaggio al nuovo Governo perché questa crisi, che è stata prima sanitaria ed ora economica e sociale, ha colpito profondamente le paritarie cattoliche, che non sono quel luogo di privilegiati spesso dipinto in maniera strumentale, ma sono presidio di socialità, molto spesso l’unico punto di riferimento educativo per tanti territori difficili della nostra penisola.
Ecco perché ci aspettiamo che il nuovo Ministro dell’Istruzione e del Merito, ma anche il nuovo Ministro dell’Economia e delle Finanze, perché no, sarebbe davvero un bel segnale, l’intero arco parlamentare, possano davvero portare a termine una volta per tutte la legge 62 del 2000, affinché alle famiglie italiane sia data una vera libertà di scelta educativa, e perché tanti istituti privati, che rischiano ogni anno, possano avere la certezza economica del sostegno statale: solo così avremo davvero una scuola nuova, più inclusiva e orientata al bene comune.