Famiglia Cristiana – 23/06/2022
La presidente nazionale della FIDAE, Virginia Kaladich, traccia un bilancio dell’anno appena concluso: «Al governo chiediamo più attenzione e la stabilizzazione dei fondi per le paritarie che svolgono un ruolo pubblico essenziale. La pandemia ha radicalmente cambiato la società e la scuola deve farsi promotrice di questo cambiamento partendo dall’attenzione al singolo»
Stabilizzare i finanziamenti alle scuole paritarie che svolgono un ruolo pubblico essenziale, fare rete per uscire dalla crisi della pandemia che ha colpito soprattutto i ragazzi e contribuire alla costruzione di quel “villaggio globale dell’educazione” più volte sollecitato da papa Francesco.
Sono gli obiettivi indicati da Virginia Kaladich, presidente nazionale della Federazione delle attività educative (Fidae), che raggruppa le scuole paritarie cattoliche, al termine di quest’anno scolastico ancora funestato dalla pandemia ma nel quale si registrano anche timidi segnali di speranza.
Qual è il bilancio di quest’anno scolastico appena concluso per la scuola in generale e quelle cattoliche in particolare?
«Sono un’ottimista e dico che è abbastanza positivo, soprattutto se facciamo riferimento all’anno passato quando i ragazzi hanno terminato il loro corso con tantissime incognite. Quest’anno ci siamo lasciati invece con una diminuzione dei contagi e con un conseguente e sostanziale allentamento delle regole anti covid, abbiamo avuto una maggiore continuità delle lezioni in presenza, senza nulla togliere alle esperienze di Dad (didattica a distanza, ndr) e di didattica mista. Direi che il bilancio è stato comunque incoraggiante perché abbiamo gettato le fondamenta per quella che sarà, ma in parte già è, la nuova scuola. S’illude chi pensa che torneremo mai ad uno stato pre pandemico: quello che è successo in questi due anni ha radicalmente cambiato la società in cui viviamo e ha cambiato la scuola, anzi, la scuola deve farsi promotrice e costruttrice di questo cambiamento: e in questo senso abbiamo pensato di continuare la nostra formazione per docenti di ogni ordine e grado che, se per le prime settimane di pandemia poteva rappresentare un’importante risposta ad una situazione emergenziale, poi, nel corso dei mesi, si è rivelata uno strumento fondamentale di aggiornamento e anche di confronto».