A cura della redazione di Docete
Abbiamo incontrato Gabriella Picerno (drpicerno@gmail.com), psicologa, pedagogista, impegnata da anni in progetti di formazione e interventi per bambini, ragazzi, genitori e insegnanti.
Si occupa di problematiche familiari, disagio scolastico, disturbi dell’apprendimento e della relazione ed è autrice di varie pubblicazioni per bambini, genitori, insegnanti, esperti.
Il momento è difficile per tutti. Anche per i ragazzi che, dopo un’inziale reazione entusiasta per la “vacanza fuori stagione”, stanno probabilmente vivendo come monotona la permanenza forzata a casa, che ormai si protrae da molto e tempo e che sembra destinata a continuare.
Disorientamento, noia, costrizione, sono queste le sensazioni che possono aver provato gli studenti in questi giorni.
“Ai ragazzi consiglierei di vivere questo periodo come un’occasione concreta per progettare il proprio futuro, utilizzando sì la tecnologia, ma in modo costruttivo per migliorare le capacità di apprendimento attraverso la ricerca approfondita delle conoscenze, integrandola con quella dei testi. Questi momenti di lontananza forzata dagli altri dovrebbero rendere i ragazzi più consapevoli del valore dei contatti umani, perché è più divertente e anche gioioso giocare insieme a calcio che farlo in modo virtuale su un computer”.
Il problema però non è solo dei ragazzi, anche gli adulti fanno fatica a gestire questa situazione.
“Molti adulti – sottolinea l’esperta – oltre allo smarrimento per la situazione devono affrontare anche la necessità di intrattenere a casa i figli che nella normale quotidianità hanno molti impegni extrascolastici. Ognuno si è organizzato come ha potuto spesso ricorrendo all’uso della tecnologia. In questo utilizzo i genitori hanno chiuso un occhio rispetto al tempo trascorso sul tablet o sui videogiochi, ma il passare delle ore sempre più gomito a gomito ha certamente creato interrogativi rispetto all’uso del tempo a disposizione con i figli”.
Interrogativi che possono anche accompagnarsi a momenti di nervosismo o avvilimento.
“Forse questo periodo – consiglia la Picerno – va anche visto come un’occasione speciale per poter osservare meglio i ragazzi, senza fretta, senza il pensiero che dobbiamo andare al lavoro o a sbrigare delle commissioni, perché questa “velocità” a volte ci ha impedito di soffermarci adeguatamente sui bisogni dei figli”.
Tra questi bisogni, al momento, sicuramente c’è quello di sentirsi rassicurati. “Il ruolo degli adulti – conferma, siano essi genitori che insegnanti, dovrebbe essere quello di guida. I nostri ragazzi ci osservano, se noi non siamo capaci di dominare l’ansia del momento, anche per loro sarà più difficile affrontare la situazione in modo equilibrato. Consiglierei agli insegnanti di continuare ad avere contatti con i ragazzi, non limitandosi all’assegnazione dei compiti, ma al mantenimento di un rapporto umano che preveda ascolto e rassicurazione”.
A dare sicurezza si sono sicuramente anche le abitudini, per esempio avere orari fissi per seguire le lezioni o delle regole da rispettare. È d’accordo la Picerno che infatti precisa: “L’organizzazione della giornata, mai come in questi momenti, è necessaria; è utile non solo ai ragazzi, ma anche agli adulti, perché nella scansione della giornata, più possibile vicina a quella prima del virus, possiamo riconoscere la normalità della nostra vita anche in una situazione di emergenza”.
A questo punto una domanda è d’uopo. Quali accorgimenti suggerire? “Stabilire un tempo più o meno flessibile per le attività scolastiche soprattutto nelle ore mattutine quando il cervello è più attivo, utilizzare lo stesso spazio di sempre nello svolgimento dei compiti, vestirsi e curare la persona come di consueto, mantenere i contatti con gli insegnanti per pianificare al meglio le attività didattiche a casa, non lasciarsi andare ad un uso smodato della tecnologia che porterebbe portare a conseguenze fisiche e psicologiche di disagi, mantenere i contatti con gli amici, con una maggiore frequenza, amplificando lo scambio di confronto con argomenti vari, ora il tempo c’è!”.
Ma anche sul fronte didattico, date le circostanze particolari, occorre mettere in campo strategie per stimolare la motivazione degli studenti.
“Le tecnologie digitali – spiega la psicologa – possono essere molto utili nell’apprendimento on line, con strategie che possono motivare e arricchire la curiosità degli studenti. In questo periodo sarebbe interessante creare attività che coinvolgano i ragazzi attraverso la creazione di quiz di conoscenze, giochi di concentrazione da fare individualmente o in gruppo, realizzare un sito per la classe e soprattutto creare occasioni narrative in cui ogni studente contribuisce con pensieri, riflessioni, emozioni, racconti, poesie che verranno raccolti e stampati successivamente e rimarranno ai ragazzi come traccia significativa, attraverso la quale con il contributo di tutti è stato possibile ascoltarsi ed esprimere i propri sentimenti positivi e negativi. Un lavoro narrativo che prenderà la veste di un volume, frutto della cooperazione e complicità di intenti tra ragazzi e docenti.
Il mio consiglio è quello di aiutare i ragazzi non solo nell’organizzazione didattica dei compiti, che in questa circostanza diventano occasione di approfondimento dei saperi, ma un’attenzione particolare va mostrata anche agli aspetti emotivi, al loro eventuale disagio verso la situazione e alla ricerca insieme di possibili strategie per superare le criticità”.
http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
Numero di Pubblica Utilità: 1500
#COVID19