Due ore online con i bambini per non fermare la scuola
A cura della redazione di Docete
Sempre dall’Istituto Scolastico Paritario “Sabinianum” di Monselice (PD) arriva il racconto di questa esperienza che Daniela Carotta, insegnante della scuola primaria Sacro Cuore, ha affidato alla penna della nostra collaboratrice Stefania Careddu.
Quali strumenti usa la scuola per la didattica online? Come li ha scelti?
La piattaforma che stiamo utilizzando attualmente è Go to Meeting. L’idea è nata quasi per caso, nel senso che, quando è iniziata l’emergenza, abbiamo avuto l’urgenza di ritrovarci per capire come affrontare questo momento e come andare avanti. Il vicepreside dell’Istituto, il professor Bortolotto, ha proposto di farlo tramite questa piattaforma che ci è sembrata, da subito, funzionale e tutti, anche gli insegnati meno avvezzi alle tecnologie, si sono mostrati disponibili a provare. Così abbiamo scoperto questa modalità e abbiamo deciso di adottarla.
Dopo la sperimentazione di queste prime settimane, ora stiamo valutando anche la possibilità di usare piattaforme più agili. Ma già ora siamo molto soddisfatti perché abbiamo potuto ricreare il contatto con i bambini e sentirci come a scuola. È stato importante per i bambini – parlo per i miei 23 alunni, ma in generale per tutti gli alunni della primaria – potersi vedere sullo schermo: questo li ha molto rincuorati.
Come si prepara una lezione online? Quali le strategie per coinvolgere e motivare gli studenti?
È stato necessario cambiare la progettazione, anche perché i bambini non hanno a disposizione i libri che sono rimasti tutti a scuola. Per le lezioni online, c’è sicuramente un grande sforzo di creatività nella preparazione del materiale, da quello word ai materiali in pdf che poi vengono trasmessi alle famiglie attraverso il registro elettronico. Personalmente infatti non mi accontento di mostrare sullo schermo la scansione del libro, ma – ed è questa la linea seguita anche dalle altre colleghe – creiamo delle attività ad hoc. Poi preparo l’immagine del quaderno da condividere sullo schermo, in modo che i bambini seguano e sappiano cosa fare.
Man mano, tutti stanno prendendo confidenza con lo strumento – ad esempio si attivano il microfono da soli – e questo consente loro di essere meno intimoriti e, di conseguenza, più vivaci. Insomma, si riesce a lavorare. È un po’ faticoso perché l’impostazione del lavoro non è quella tradizionale, ma i bambini, e le loro famiglie (ricordiamo che ciascuno di loro è assistito da un genitore o dai nonni e talvolta, nel video, si affacciano anche gli animali di casa), collaborano in modo strepitoso e questo rende il tutto una bellissima esperienza.
Come è stata riadattata la programmazione delle lezioni?
Ci ritroviamo alle 8 per due ore circa. Iniziamo la mattinata con la preghiera e con l’ascolto dei bambini, in particolare con la condivisione di un momento bello vissuto il giorno precedente. Poi facciamo didattica, cioè andiamo avanti con il programma e lavoriamo usando lo schermo come lavagna. Per italiano, ad esempio, ho spiegato i suoni dolci con la “C” e quelli con “Ca-Co-Cu”, mentre in matematica ho proposto diverse modalità di presentare l’addizione e la sottrazione.
Alle 14 poi ci colleghiamo nuovamente per recuperare con chi, di mattina, non è riuscito a collegarsi. Si tratta di una seconda opportunità per le famiglie che al mattino non possono seguire i bambini o per chi deve finire i compiti. Se inizialmente al pomeriggio si collegava solo chi, appunto, non aveva potuto farlo, ora anche altri decidono di connettersi.
Quali sono i punti di forza della proposta e quali le criticità?
L’impegno c’è e le famiglie lo sentono. Da parte della scuola c’è stata la volontà e la disponibilità a sperimentare e a mettersi in gioco. È un’esperienza importante e bella che unisce in un momento di paura e di ansia, che ci fa sentire comunità educante.L’alleanza scuola-famiglia è da sempre uno dei capisaldi della nostra scuola. In questo periodo di difficoltà, questa relazione – a cui normalmente viene dedicato molto tempo – si sta rafforzando e ampliando.
Le criticità riguardano gli aspetti prettamente tecnici, legati al tipo e alla velocità della connessione.